RUTUBA - Valle Roja, un paradiso perduto (ePub)

La fantastica valle del Rutuba, arcaico valico delle Alpi Marittime posto tra il bacino dell'Eridano e il mare Ligustico occidentale, con i suoi suggestivi e profondi orridi giunge ad aprirsi sulla ghiaiosa battigia della romana Alba Intemelia da cui costanti correnti pelagiche sospingono le sue rappacificate acque sino a perdersi nel mitico golfo dove, sul morbido lido della Graia Heraclea, spiaggiarono le membra acefale del martire cristiano Torpé.
Il destino di questa limitata ma suggestiva striscia di Alpe italica, colma d'infiniti fermenti antropici e memorie storiche indimenticabili, venne stravolta dal trattato di Parigi del 10 febbraio 1947, quando per onorare le richieste francesi di risarcimento danni causati da una guerra assurda durata in quel preciso scacchiere soltanto 14 giorni (11 giugno 1940 invasione della Francia meridionale, notte del 25 giugno 1940, ore 1,35, tutte le ostilità sono sospese con l'armistizio di Villa Olgiata).
Per una simile assurda guerra lampo, che più breve di così non poteva essere, l'Italia fu costretta a pagare un prezzo almeno dieci volte superiore ai reali danni inflitti alla Francia la quale approfittò della favorevole occasione per annettersi un territorio che mai gli era appartenuto e ben difficilmente avrebbe potuto annettersi in differenti condizioni storiche.
Con la purtroppo inevitabile cessione di Tenda, Briga e innumerevoli altri paesi della valle Roja, molte genti liguri-piemontesi che da sempre avevano popolato questi territori alpini furono, loro malgrado, poste di fronte al dilemma di diventare sudditi di una nuova patria oppure, per non rinunciare alla propria italianità, abbandonare ogni cosa ed esulare verso un destino quanto mai incerto nella speranza che il loro sacrificio non sarebbe stato vano.
Rutuba è, a grandi linee, la storia rivisitata e aggiornata di tale dolorosa scelta che, compromettendo definitivamente preesistenti e consolidati equilibri, ha purtroppo sancito senza alcuna remissione la fine d'una schietta cultura alpina e di un mondo pastorale tanto unico quanto irripetibile.