Ischemie (ePub)

Giulio Marcelli ha la capacità di creare opposti, di avvicinare gli estremi quasi a fonderli, di posizionare sullo stesso piano non solo le più disparate esperienze concettuali ma soprattutto i più assurdi e lontani parenti semantici. Riesce, ed è una dote rara, a rendere plausibile e convincente la convivenza tra l’assurdo che vive nascosto in ogni elemento, in ogni parola, e l’ovvietà di senso. Non solo, ce lo fa anche piacere, anzi, ne alimenta il desiderio.

Giulio Marcelli nasce il 28 maggio del 1983 alle due e quaranta del mattino. Segno zodiacale Gemelli, ascendente Pesci e ciò la dice lunga sul suo carattere e il suo continuo altalenare. Frequenta il Liceo Classico dal quale erediterà una smodata passione per Esiodo e per il poco resistere sui banchi di scuola. Si appassiona al jazz suonando la batteria. Gli piace sperimentare ma ama il jazz classico, quello dei locali neri pieni di fumo e strumenti vecchi. Avendo avuto sempre un animo in tempesta, perso come un viandante in un mare di nebbia, scrive poesie più o meno da quando è cosciente dell’alfabeto. Quella della poesia è un’eredità del nonno materno, personaggio poliedrico e affascinante. Padre di due meravigliose bambine, divide il tempo tra fare il papà (o il fratello maggiore delle sue figlie, come preferite), l’A.S. Roma e il locale che gestisce nel centro storico di Atina. Radicato con amore nella Valle di Comino, da dove non vorrebbe spostarsi mai, ama il mare, il sugo con le spuntature di maiale e soffre di Tiroidite di Hashimoto – e di rado di ansia generalizzata e immotivata. Adora i tatuaggi e ne ha molti. Sostiene di essere la reincarnazione dell’intrepido pirata Charles Vane e un giorno gli piacerebbe chiudere i suoi occhi per sempre proprio difronte al mare. Il suo padre spirituale è Robert Lowell.